Alessandra, da Codrongianos a Fuerteventura con la Sardegna negli occhi
Alessandra ha 44 anni e si autodefinisce donna di pura “razza” sarda.
Lei è cresciuta a Codrongianos un piccolo paese poco distante da Sassari, dove l’ho conosciuta qualche mese fa.
Da Fuerteventura, dove vive attualmente, era rientrata in Sardegna per la scomparsa del padre, malato da tempo. Io facevo ritorno da Cabras dove avevo incontrato un gruppo di sostenitori del nostro progetto “Un’isola in volo” e una volta arrivato all’altezza dello svincolo l’ho chiamata al telefono. Si era fatto molto tardi e mi pareva brutto presentarmi a quell’ora. «Vieni, ti sto aspettando» mi rispose.
Ricordo che la sua abitazione era nella via centrale, quella che porta alla chiesa, davanti al bar del paese ed era semplice e molto ben curata. Si capiva che chi l’abitava si era reso custode di tradizioni e valori importanti.
Alessandra in quella casa ci è cresciuta, «ma dopo gli studi ho dovuto fare la difficile scelta di andare nel Nord Italia a lavorare, dal momento che la mia amata Terra non poteva offrirmi quel che io cercavo» mi raccontò davanti ad una tazzina di caffè fumante, «ho sempre creduto che se si hanno dei sogni bisogna inseguirli e così feci. Non è stata una semplice passeggiata ma ho sempre pensato che un giorno, seppur lontano, sarei ritornata da “Lei” (la Sardegna, ndr)».
Rimase fuori dall’isola un bel po’ di anni, ma nonostante tutto quel tempo, non riusciva ad abituarsi a quella vita così frenetica e senza quei valori che aveva conosciuto e portato con sé.
«Si pensava solo al lavoro, ai soldi e al potere, mentre io sognavo ad occhi aperti i miei amici e il mio paese. Un luogo dove l’unica frenesia poteva essere la preparazione di una festa folkloristica o di uno “spuntino” in cantina, dove si rideva di cuore per cose semplici, dove un abbraccio era vero e caloroso e dove ci si aiutava uno con l’altro. Era quello che avevo conosciuto e conservato dentro di me, erano i valori del mio popolo e tutto questo mi mancava terribilmente».
Un giorno del 2009, Alessandra andò in vacanza su un’altra isola, Fuerteventura. «Lì tutto era “calmo”, nessuno aveva fretta, il sole c’era tutto l’anno e soprattutto ci si godeva la vita così come nella mia amata Sardegna. Non mi ci volle molto a decidere» mi confidò «con solo una valigia di 10 kg, decisi di rimanerci. Strappai il biglietto aereo di ritorno. Ero sola, non avevo amici e non sapevo la lingua, ma con molta determinazione decisi che non sarei tornata indietro sulla decisione e che sarei riuscita nella mia “impresa”. E così è stato» mi annuncia soddisfatta con i suoi occhi verdi e trasparenti come il mare della Sardegna.
Oggi Alessandra ha il lavoro che ha sempre sognato. Ha aperto un agenzia di viaggi online, parla lo spagnolo come se a Fuerteventura ci fosse nata «ma, la cosa più bella è che mi godo la vita approfittando dei miei occhi per vedere le meraviglie che Madre Terra ci offre. Certo, non è stato facile» ammette sincera «ma nessuno mi ha mai detto che lo sarebbe stato. La vita è una e bisogna sfruttarla al massimo, inseguendo i propri sogni. E io ne ho ancora uno…» mi dice abbassando la voce fin quasi a sussurrare «avere la possibilità di ritornare in Sardegna più spesso. E so che tu in questo mi aiuterai…»
Il mio compagno di viaggio, Giuseppe, guarda l’orologio nervoso. È davvero tardi e c’è ancora un po’ di strada da fare per raggiungere Alghero. Saluto a malincuore, avrei continuato a nuotare volentieri in quegli occhioni pieni di sogni e di coraggio. «Nulla è impossibile se lo si vuole veramente» mi dice stringendomi in un abbraccio «le difficoltà fanno parte della vita, ci saranno sempre e con grande forza bisogna superarle».