Silanus, i monumenti preistorici – (a cura di Nurnet)
Fra i monumenti di Silanus
quello che per molto tempo ha attirato l’attenzione di viaggiatori e studiosi è indubbiamente il Nuraghe Madrone od Orolìo, sia per la vicinanza all’abitato che per il suo ottimo stato di conservazione.

Già il Lamarmora, rilevandone la forma slanciata e intuendo l’esistenza del bastione con altri “coni minori”, lo aveva illustrato in veduta panoramica nel suo Atlante. Per l’Ottocento, poi, i disegni di prospetto, pianta e sezione pubblicati dallo Spano a partire dal 1862 verranno riportati da numerosi autori (Cara, De Maltzan, etc.), mentre fortuna minore avrà il grafico dello stesso nuraghe – in verità assai più preciso e corretto! – edito dal Martorell y Pena.
L’Angius si limita a riferire che “Entro la circoscrizione di questo paese trovansi gli avanzi di moltissimi nuraghi. Quelli che men hanno patito sono tre e nominati …. Madrone, Corbos e Santa Sabina (vedi foto di copertina – ndr).
Nella prima stesura di Sopra i Nuraghi di Sardegna, del 1862, nel deplorare lo scempio che già da allora si faceva dei monumenti, lo Spano segnala come esempi da imitare i Comuni di Isili e di Silanus: il primo perché aveva impedito la demolizione del Nuraghe Is Paras che i Padri Scolopi, proprietari del fondo, avevano intrapreso “per farne la cinta di possesso”, ed il secondo per il fatto che si era opposto “alla distruzione che l’impresario dello Stradone voleva fare del Nuraghe Madrone per farne la breccia”.
Nelle Scoperte del 1866, lo Spano riferisce “che nell’attivarsi uno scavo di pietre si trovarono alcuni oggetti antichi romani, cioè un veruto di ferro, un bottone di manubrio di bronzo arabescato, fusaiole, fondi di tazze di vetro, chiodi, ed una moneta di Costantino II”, mentre nel 1868 viene data notizia “di una moneta di Caligola rinvenuta vicino alla cava di marmo in prossimità del villaggio, dove si vedono frantumi di stoviglie antiche, e pietre di antichi edifizi”.
Nel 1876 avviene la scoperta dell’importante ripostiglio di bronzi nuragici di Sa Maddalena, puntualmente segnalata allo Spano dal parroco del paese, sac. Salvatore Caddeo, che gli invia una dettagliata relazione del ritrovamento, avvenuto ad opera di “quattro poveri braccianti che scavando radici di lentischio nella tanca detta la Maddalena …. hanno rinvenuto molti pezzi di metallo, che pare fossero armi”.
Il Vivanet, nel 1881, dà notizia del rinvenimento, a pochi metri dal Nuraghe Santa Sabina, “di una grossa giara ….. formata di terra assai grossolana, e che in alcune parti della sua superficie esterna era abbellita di ornamenti geometrici di tre diverse forme, fatti con bollo e disposti fra loro in linee parallele”.
L’anno successivo, lo stesso Vivanet comunicava il ritrovamento di “chiodetti arrugginiti ed un piccolo campanello” presso il Nuraghe Orolìo, e dava notizia della scoperta del pozzo sacro di Cerchizzo.

Nella carta archeologica del Taramelli sono riportati 3 domus de janas, 31 nuraghi, 16 tombe di giganti e il pozzo sacro di Cherchizzo, mentre il Melis elenca soltanto 18 nuraghi!
Agli inizi degli anni Cinquanta il territorio di Silanus viene indagato da G. Cherchi per la stesura della sua tesi di laurea di “Catalogo archeologico”, e in quelle ricerche sul terreno il giovane studente ebbe modo di individuare e descrivere un gran numero di monumenti inediti, alcuni dei quali (nuraghi Murartu, Sililogu, tomba di giganti Zoddoro, etc.), per il particolare interesse delle loro strutture, entreranno nella letteratura archeologica.
Più di recente, lavori di censimento su una parte del territorio sono stati effettuati nel 1984 dalla Desantis, seguiti da analoghi interventi della Sanna, alla quale si deve anche lo scavo della tomba di giganti di Murartu (1989), mentre chi scrive ha proceduto nell’opera di rilevamento dei monumenti del Comune ed ha pubblicato le statue – menhir di Pedras Doladas I, tombe di giganti e protonuraghi.
A parte citazioni e riferimenti ai monumenti più noti in opere di carattere generale, sono da ricordare, da ultimo, i lavori di C. Bittichesu sulle tombe di giganti e di G. Lilliu sui betili di Corbos e di sa Pedra Longa.
Attualmente, nel territorio di Silanus sono stati documentati 5 domus de janas, 1 menhir, 3 recinti nuragici, 31 nuraghi, 19 tombe di giganti, 3 fonti nuragiche e 1 pozzo sacro.
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